MOZIONE N. 90 - Contrasto allo spreco alimentare. L'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA PREMESSO che: già da gennaio 2012 il problema delle eccedenze alimentari è stato oggetto di una risoluzione del Parlamento europeo. La questione acquisisce maggiore rilevanza in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando. Bisogna porre rimedio a dei numeri che fotografano la gravità della situazione: in Europa si producono 88 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari all'anno e si getta cibo per 179 chilogrammi per abitante - generando 170 milioni di tonnellate di CO2 a causa della produzione e dello smaltimento dello spreco alimentare - e contemporaneamente ci sono 79 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà. Di queste solo 16 milioni hanno ricevuto aiuti in grado di assicurare almeno il pasto giornaliero. La Commissione europea, in un recente documento sull'Expo 2015 di Milano, ha ricordato come il 40% del cibo prodotto per il consumo umano venga sprecato; i prodotti alimentari vengono persi e sprecati lungo tutta la filiera alimentare: nelle aziende agricole, nella lavorazione e produzione, nei negozi, nei ristoranti e in casa. Sempre secondo stime, i settori che in media contribuiscono maggiormente allo spreco dei generi alimentari nell'UE sono le famiglie (53%) e l'industria della trasformazione alimentare (19%); è necessario che i consumatori siano meglio informati sullo spreco di cibo e sulle sue cause. Secondo un sondaggio dell'Eurobarometro la data di scadenza sui prodotti alimentari è mal compresa, anche se quasi 6 su 10 europei dicono di controllare sempre le diciture da consumarsi preferibilmente entro' e da consumarsi entro' sulle etichette. L'incomprensione riguardo alle date di scadenza contribuisce all'aumento dei tassi di spreco; CONSIDERATO che: lo spreco di cibo costituisce un problema etico, oltre che economico e ambientale; sul piano regionale, le istituzioni dovranno contribuire fattivamente, favorendo il lavoro fondamentale delle tante associazioni ed enti che hanno messo in piedi il sistema di recupero. Il nostro impegno sarà quello di elaborare al più presto iniziative legislative di semplificazione e di sburocratizzazione delle procedure per dare risposte concrete e non lasciare più marcire il cibo a causa di leggi ingiuste. Ovviamente, è necessario che sull'argomento ci sia il contributo di tutti affinché sulla questione si mantenga alta l'attenzione. Tutti noi cittadini dobbiamo avere maggiore consapevolezza nei nostri atteggiamenti limitando gli sprechi; l'ammontare dello spreco di cibo secondo la stima che è stata fatto sulla filiera agroalimentare, il costo dati Waste Watcher (Osservatorio sugli sprechi) 2016, arriviamo a 16 miliardi di euro, considerando il tragitto campo - tavola e quando diciamo tavola parliamo casa nostra. La percezione di questo spreco domestico vale circa 8 miliardi, ma indagini pilota che abbiamo fatto sui diari dello spreco, porterebbero questa cifra a 12 miliardi ovvero un valore pari a tre volte il costo dell'Imu sulla prima casa; gran parte dello spreco in Italia è in casa nostra, possiamo fare una stima intorno al 50%; emerge dai dati analizzati una differenza sostanziale tra lo spreco percepito dagli italiani e quello reale che è superiore del 50%; Waste Watcher come osservatorio nasce tre anni fa, dall'analisi delle risposta degli intervistati si evince un'attenzione maggiore rispetto al passato, quindi si sta entrando un po' di più nel tema spreco, riduzione, attenzione ai comportamenti; quando però andiamo a casa attraverso i diari, una rilevazione di tipo quantitativo molto precisa che rendiconta tutto ciò che si getta via ancora buono, vediamo che dal percepito alla quantità effettivamente sprecata c'è un incremento di quasi il 50%. Questo vuol dire che non ci rendiamo conto di alcune azioni che facciamo nella nostra economia domestica e che ci portano ancora a sprecare tanto cibo buono; RILEVATO che: alla domanda 'prima di arrivare in tavola quanto cibo si spreca lungo la filiera', la risposta è relativamente poco. Facciamo il caso dell'agricoltura: una parte della produzione agricola non si raccoglie, rimane appesa agli alberi oppure in campo, ma è circa il 3%, un valore è relativamente basso, siamo intorno al miliardo di euro; si può assolutamente migliorare e questo dipende dall'efficienza delle produzioni, ma anche da condizioni non direttamente governabili da noi, quelle del mercato o della politica comunitaria. Per quanto riguarda l'industria di trasformazione e la distribuzione c'è sicuramente nella parte commerciale un margine di miglioramento. Si produce per vendere, non per buttare, e gettare via ha un costo, però, ripeto, il grosso dello spreco è in casa nostra e lì non c'è recupero che tenga: il cibo ancora buono finisce nel bidone della spazzatura e poi ci dobbiamo anche pagare delle tasse per smaltire i rifiuti, IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE ad attuare tutte le misure necessarie per ridurre lo spreco alimentare, come facilitare le donazioni alimentari. Il valore delle donazioni di alimenti è evidente: permettono di aiutare persone in difficoltà che non possono permettersi di acquistare determinati prodotti alimentari o quantità sufficiente di alimenti di qualità e allo stesso tempo ridurre lo spreco di alimenti; a promuovere tutte le attività da svolgere mediante iniziative sociali e promosse dal basso, come banchi alimentari o le mense gestite dalle organizzazioni caritative, che riducono il livello di spreco alimentare e aiutano i più indigenti e, conseguentemente, contribuiscono alla trasformazione di una società più responsabile e consapevole. (20 marzo 2018)
1 2