L’allarme di Di Mauro «La Regione perderebbe tutti i cofinanziamenti e non credo che questo governo ci tutelerebbe»
PALERMO. Che quella del vicepremier Luigi Di Maio di non versare all’Europa 20 miliardi di euro sia una minaccia o una promessa, poco cambia. Gli autonomisti di Sicilia (che non fanno sconti neanche alla Lega di Matteo Salvini) mostrano molta preoccupazione per le conseguenze che potrebbero derivare per la Sicilia. Roberto Di Mauro, vicepresidente dell’Ars, infatti, non ha preso benissimo la dura presa di posizione del vicepremier grillino. Al di là del dato politico (l’atteggiamento di sbarramento preventivo che il governo nazionale porta avanti verso l’Ue), Di Mauro segnala quello che ritiene un riflesso non di poco conto: «Noi riceviamo dall’Europa 5 miliardi e 200 milioni di euro. Una parte di questa massa di risorse torna sotto forma di Poc (Programma operativo complementare, ndr) e Fsc (Fondo per lo sviluppo e coesione, ndr). I 20 miliardi che diamo all’Europa sono accompagnati da fondi nazionali e da altre basi di questo tipo». E alla premessa numerica subentra un dubbio ben definito: «Se si dovesse configurare l’ipotesi portata avanti dal vicepresidente del Consiglio Di Maio, la Sicilia – sostiene Di Mauro – rischierebbe di perdere la dotazione in questione a cui concorre la Regione con una quota di cofinanziamento regionale e Roma con fondi statali. Se L’Italia non dovesse mandare i cinque miliardi all’Europa la Sicilia perderebbe i 5 miliardi e 200 milioni di euro con la conseguenza di mancato incasso del sistema di tassazione e altri disagi per le imprese». Un eccesso di scrupolo a metà strada tra incrocio di burocrazia europea e scelte di indirizzo di governo nazionale, ma anche una stizzita presa di posizione per quello che il vice presidente dell’Ars ritiene un torto fatto all’elettorato siciliano che ha regalato un “en plein”storico ai pentastellati in occasione delle ultime Politiche: «Per un esponente di riferimento di un partito che ha attinto elettoralmente abbondantemente in Sicilia, mi sembra un comportamento ancora più incauto». Di Mauro poi, a supporto della sua tesi aggiunge: «Se facciamo conto e affidamento solo ai soldi di Roma, c’è il rischio che lo Stato, come ha fatto negli ultimi 20 anni dia poco e niente alla Sicilia».
L’equazione mancata risorsa di 20 miliardi all’Ue, mancato trasferimento alla Sicilia rimane da dimostrare del tutto a tavolino, ma poggia secondo Di Mauro su una premessa solida: «Non ci sarebbero più le stesse certezze, alla prima manovra aggiuntiva utile, Roma potrebbe decidere che questi soldi possono servire per altro. Oggi gli altri capi politici dei grossi partiti, Salvini in testa, non appartengono al Meridione. Il governo a trazione leghista si occupa solo di sicurezza». Di Mauro quindi conclude: «Trovo strano che nessuno difenda questi 5 miliardi e 200 milioni di euro più i soldi che mette lo Stato arrivando a sei o sette miliardi. Con questi chiari di luna per la Sicilia non mi sembra sia facile poterci rinunciare, o anche solo rischiarlo». G. B.
Fonte La Sicilia del 30 Agosto 2018